venerdì 21 novembre 2008

Italia dall'Estero

In pieno dibattito sulla dignitosa morte per il drammatico caso di Eluana Englaro, la Sicilia ha contribuito ieri con una buona dose di relativismo, se non morale, almeno burocratico. La Guardia di Finanza ha scoperto nell’Isola una truffa di grandi dimensioni che coinvolge decine di medici di famiglia: 51.287 pazienti che erano morti, in alcuni casi da 20 anni, continuavano a vivere da un punto di vista legale, ed i loro medici continuavano a percepire il loro compenso mensile dal Sistema Sanitario Nazionale.

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Europeana

Segnalo la nascita del portale Europeana.eu, la prima biblioteca digitale europea online. La raccolta renderà accessibili fin da subito oltre due milioni di fonti, tra film, collezioni d'arte, libri, manoscritti, video, musiche, copie di giornali, provenienti dal patrimonio culturale dei diversi stati membri dell'Unione. Tutto questo per la modica cifra di 2,5 milioni di euro all'anno, equamente ripartiti tra tutti i cittadini dell'Unione.

In realtà il sito sarebbe dovuto nascere ieri 20 novembre 2008, ma i furbissimi webmaster hanno pensato probabilmente di fare un sito per pochi intimi, non considerando che in Europa vivono 500 milioni di persone. Per cui cliccando oggi si otteneva questa schermata:

I tempi tecnici dell'aggiornamento sono abbastanza lunghi, il solito "quanto prima" (ovvero un buon mesetto). Che dire, aspettiamo con ansia, e che sia la volta buona.

martedì 18 novembre 2008

Marco Travaglio su Eluana

Io non ho nessuna posizione su questa storia, e non invidio nemmeno chi ha una posizione in merito, perché penso che chi si stia pronunciando, lo stia facendo abusando. La sguaiataggine con cui si trattano fatti così delicati che riguardano la coscienza delle persone, al massimo estesa alla coscienza dei medici, è veramente un segno della cafonaggine e della barbarie nel periodo nel quale viviamo.

[...]

Penso che su casi come questi bisognerebbe evitare intanto di dire sciocchezze, tipo che la magistratura ha istituito l'eutanasia in Italia. L'eutanasia significa fare un'iniezione avvelenata a una persona. Non significa smettere di mantenerla in vita artificialmente. E nello stesso tempo bisognerebbe avere un po' di pudore quando si parla di queste cose. Bisognerebbe muoversi con circospezione, in punta di piedi e se proprio bisogna parlare bisogna informarsi molto bene e domandarsi chi sono io, per dire delle cose così pesanti su un caso drammatico. E poi farlo sottovoce o meglio ancora stare zitti.


lunedì 17 novembre 2008

Sì, la vita è tutta un quiz!

Mi fanno ridere le "grandi ricerche" che scoprono l'acqua calda.

Ecco che Comunicazione Perbene, associazione per l'ecologia della comunicazione, scopre che la televisione moderna basata sui quiz milionari è una televisione «attraente» ma fortemente «diseducativa» e «pericolosa». Ad un risultato così scioccante si è arrivati grazie alla forza lavoro di 100 esperti tra psicologi, psicopedagogisti e sociologi che ha analizzato i ponderosi dati raccolti.

Fonte: Corriere della Sera.

Sarebbe opportuno ricordare a questi 100 esperti (!) ciò che cantava il solo Renzo Arbore, più di vent'anni fa, quando la televisione era ancora poco inquinata e ancora in grado di fare ironia su sé stessa:





Si la vita è tutt'un quiz
e noi giochiamo e rigiochiamo
perchè noi non ci arrendiamo
fino a quando non vinciamo

si la vita è tutt'un quiz
e se indovini quante emozioni
perchè è col quiz che ci danno i milioni
evviva le televisioni!

aspetta e spera che poi s'avvera
teniamo alta la nostra bandiera
così compatti verso i premi marceremo
e dalle e dalle poi che vinceremo

aspetta e spera che poi s'avvera
che la nottata non è così nera
siam tutti quanti felici e contenti
noi siamo un popolo di concorrenti
e alla conquista del quiz partiremo
bisogna vincere e vinceremo!

notte italiana c'è una luce blu
è in ogni casa che brilla la tivù
e tutti intorno seduti a guardare
davanti a questo focolare
il padre al figlio dice senti un po'
solo un consiglio io ti do
tu nella vita comandi fino a quando
hai stretto in mano il tuo telecomando

si la vita è tutt'un quiz
e noi sognamo fantastichiamo
è col quiz che risolviamo
i problemi che noi abbiamo

si la vita e' tutt'un quiz
grandi occasioni grandi emozioni
perche' col quiz che ci danno i milioni
evviva le televisioni.


venerdì 7 novembre 2008

Gomez sulla "battuta" di Berlusconi


Faccio mie le riflessioni di Peter Gomez sulla scandalosa battuta di Berlusconi su Obama ("é bello e giovane e un po' abbronzato"). Considerato che Berlusconi è ancora sano di mente (almeno lo si spera), bisogna pur trovare un motivo plausibile a questa uscita incredibile. Spesso l'umorismo, soprattutto quando non fa ridere, nasconde qualcosa, un disagio psichico, sociale... insomma spesso e volentieri il pagliaccio è triste, e ha paura.

Io credo che Peter Gomez, facendo acuta introspezione psicologica, ci abbia azzeccato. Un misto di paura per il nuovo, per il più giovane, per il più grande e più forte, forse un po' di nervosismo e di invidia, fanno in modo che il nostro egocentrico premier attiri una volta ancora l'attenzione su di sè, come fanno i bambini delle elementari quando in classe entra un nuovo amico più bello e più bravo. Non c'è altra spiegazione.

Qui l'articolo di Gomez.

mercoledì 5 novembre 2008

Forza Obama

Non ho ancora sentito o letto una voce fuori dal coro, che non sia gaudente per l'elezione di Obama. Mi unisco a tutte le voci di gioia e di speranza, anche a quelle molto lungimiranti che rimarcano il fatto che Obama sia nero (in verità non è proprio nero nero!). Auguri anche a Biden, che corre il rischio di diventare presidente da un momento all'altro. Come disse Colin Powell in una frase dal sapore un po' sinistro, Biden è in grado di fare il presidente fin dal primo giorno. Insomma, è una bella coppia, e sono soddisfatto anche io come tutti. Ce l'avessimo in Italia una coppia così!

Ma nessuna gioia può sostituire l'immagine di George W Bush che saluta per sempre la Casa Bianca. In fondo Barack deve anche un po' al presidente uscente (oltre che la situazione disastrosa in politica estera, la crisi finanziaria ed economica, e tanti altri regalini) la sua vittoria.


Immagine: MatraBlog.

martedì 4 novembre 2008

Che succede in Congo?

Il Congo è un paese africano grande quanto l'Europa Occidentale. Da dieci anni il Congo vive una guerra che ha prodotto cinque milioni di morti. L'abusata locuzione "catastrofe umanitaria" di cui parla l'ONU è un lontano specchio di ciò che sta realmente accadendo in questi giorni, in queste ore. Il sito del PD intitola così un articolo di ieri 3 Novembre 2008:

Congo, arrivano i caschi blu:
Ma rimane alto il rischio di una catastrofe umanitaria.

Sorvolando su una facile ironia riguardo la prontezza di riflessi del PD e del suo segretario, vale la pena di chiedersi se cinque milioni di morti e dieci anni di guerra possano già essere considerati come una catastrofe umanitaria.

In realtà ciò che sta accadendo non lo sa nessuno. Si sa solo che c'è un grande ambaradàn con un numero imprecisato di vittime e milioni di sfollati. Considerando la densità di giornalisti e reporter ubicati in Iraq e Afghanistan, e la densità di giornalisti inviati in Congo, il raffronto è ridicolo.

Infatti il TgCom, per informarsi, telefona non ad un giornalista ma ad una volontaria, Giulia Pigliucci del Volontariato Internazionale per lo Sviluppo, che opera in un centro congolese di Salesiani: "al momento i ribelli tutsi del generale Laurent Nkunda si muovono per cacciare i governativi, fedeli al potere centrale del presidente Joseph Kabila. In questa situazione ci sono oltre due milioni di sfollati che non hanno aiuti e si spostano in cerca di cibo, acqua, medicine e per scappare alle violenze della guerra. [...] Saccheggi, violenze [...] la cittadinanza è il bersaglio di miliziani, militari e pirati [...] i prezzi in città sono arrivati alle stelle. Gli aiuti umanitari sono necessari, perché qui la gente non ha più nulla. [...] Sono già segnalati casi di colera [...] ci sono bambini arruolati e che diventano soldati, 40mila bambine violentate. E mancano cibo e medicine".

Il Giornale telefona a Edoardo Tagliani, responsabile in Congo dell’organizzazione umanitaria Avsi.


In tutta questa situazione, non mi risulta che nessun governo di nazioni civili ed evolute abbia dato un appoggio sostanziale per la risoluzione del problema. La famigerata ONU, una di quelle tante sigle di stampo buro-massonico che ci rincoglioniscono grazie alla loro parvenza di civiltà, evoluzione e progresso (basti vedere cosa ha fatto in 50 anni la FAO per il problema fame nel mondo) ha mandato 17 mila caschi blu. I quali sono - come tutti sanno - una forza di pace, per cui non sono armati, non possono sparare, non possono difendersi, e nessuno ha mai capito cosa vadano a farci lì. Tanto per fare un raffronto numerico, il generale congolese Nkunda comanda l'esercito dei ribelli, che sono 4 mila, 4 volte meno dei caschi blu, eppure combina tutto questo enorme casino.

In realtà pare che questi Caschi Blu non facciano proprio le belle statuine. Sembra che sappiano anche sparare: "Caschi blu hanno sparato ai ribelli".

La ONG francese "Secours Catholique" è convinta poi che i caschi blu stiano "impedendo a decine di migliaia di sfollati in fuga dai combattimenti di entrare nella strategica citta' di Goma, capoluogo della tormentata provincia del Nord Kivu, all'estremita' orientale dell'ex Zaire, con il risultato che i profughi sono intrappolati alle porte della citta".

Ogni tanto, infine, esce fuori uno scandalo:

Insomma credo che sia troppo facile per i nostri governi lavarsi le mani, inviando 17 mila caschi colorati in vacanza, per solo 1 miliardo e trecento milioni di euro all'anno. Quando si tratta di Africa nessun governo vuole esportare la Democrazia. Quando si tratta di Africa non esistono più i Governi e i loro portavoce. I ministri degli Esteri ribadiscono i loro appelli "a una soluzione politica urgente", così urgente che sono dieci anni e non se n'è ancora vista l'ombra. Tutti vogliono intensificare l'azione diplomatica, nessuno vuole inviare militari armati, insomma, nessuno vuole inviare un esercito vero. Il titolo tipico dei giornali è Fumata nera dell'Unione Europea. In questi giorni a dire il vero stanno discutendo in Europa se inviare 1500 uomini (non sia mai inviarne 4 mila, come i ribelli congolesi! L'eguaglianza numerica potrebbe addirittura significare risolvere la situazione, e questo non è accettabile). La direttiva seguita dai governi nazionali e sovranazionali sembra essere "lasciate che si ammazzino".

Quando si tratta di Africa non esistono più i giornalisti, i giornali, e le fonti di informazione, specchio della Politica. Se qualche squilibrato fa saltare un autobus in Palestina o in Afghanistan (per non parlare di quando si nascono i cuccioli di leone nel Giardino Zoologico di Losanna...) i nostri TG sono solerti nel riportarci quotidianamente il bollettino di guerra con aria affranta. Di norma si manda in onda anche il servizio di qualche inviata famosa visibilmente dimagrita e con i capelli sfatti.

Di quello che succede in Congo... boh? Tutto ciò che c'è da sapere, e da fare, a parte rarissime eccezioni (tipo Daniele Mastrogiacomo di Repubblica) si demanda alle Giulia Pigliucci e agli Edoardo Tagliani. Ai quali va tutta la nostra stima.

EDIT provare (per credere) a digitare su Google le seguenti chiavi di ricerca, comprese le virgolette:
  • "inviato in Iraq" → 3700 risultati
  • "inviato in Afghanistan → 2510 risultati
  • "inviato in Congo" → 20 risultati