domenica 29 giugno 2008

Perchè sono contro questa Europa.



Oggi mi sento antieuropeista. E' brutto a dirsi per un ex-strasburghese, ma posso provare a spiegarmi. Non sono "contro l'Europa", ma contro questa cosa informe e sospetta che una ristretta cerchia di oligarchi sta imponendo agli Europei ormai da alcuni decenni, ovvero una comunità fondata su principi che ancora non ho ben compreso, anzi che avrei preferito non comprendere. Non sulla lingua, visto che i greci non capiscono un acca di finlandese. Non su una cultura: nel Candido leggete che Voltaire conosce a menadito Istanbul e la cultura turca, mentre oggi la Turchia è nell'Europa solo per la sua nazionale di calcio. Non sul cibo, soprattutto per noi italiani che quando andiamo all'estero storciamo sempre (e a ragione) il muso. Non sulla geografia, tanto è vero che la Svizzera (che ne dovrebbe essere il cuore), il Regno Unito, le repubbliche della ex-Jugoslavia e la Norvegia ne sono amabilmente fuori. Non sulla religione: ci sono cattolici, protestanti, ebrei, musulmani e chissà quanti altri. Non sull'architettura, sulla moda, sulla tecnologia... proviamo ad andare con il nostro asciugacapelli in Francia e avremo problemi. Senza contare che i francesi non hanno il bidet. Non sulle convenzioni sociali, visto che il matrimonio gay spagnolo in Italia non è riconosciuto. Non sulle infrastrutture di cemento: provate ad entrare in Svizzera, vi chiederanno 28 euro, e se fate storie vi diranno "italiano, prima pakaren e poi diskutaren". Non esiste una politica energetica comune: se l'Italia va in blackout la Polonia non può farci niente. Ma allora?

Il sito europa.eu ci dà la definizione di Europa: una partnership economica e politica. E questo, dai tempi della CECA. Ecco quindi venire fuori la ragione di esistere dell'Europa: una struttura che al suo interno impedisca le guerre (non esistono più assi e alleanze) e che faccia circolare lo stesso denaro.

Dunque io credevo che l'Europa fosse sinonimo di apertura culturale, di voce internazionale di democrazia e libertà, di pulizia, ricchezza e bontà. Invece, eccomi di fronte all'Europa delle Banche. Ovvero, come fare profitti creando una ipernazione che non c'è.

E a dire il vero non siamo uniti neanche sulla moneta, visto che in Svizzera hanno ancora i franchi e in Inghilterra hanno ancora la sterlina. Inoltre non esiste un Ministro Europeo delle Finanze. Per cui se l'Italia va male, va male e basta, non può sperare che gli svedesi e i tedeschi si tassino per essa. E poi non abbiamo un Presidente. Se il primo ministro inglese decide di fare guerra all'Iraq, nessuno si può opporre. E se qualcuno tira le orecchie a Berlusconi per la vicenda di Rete4, può multarlo ma non può fare altro. E' evidente che il potere politico dell'Europa è ben poca cosa.

Ebbene alla fine dei conti... non esiste un metodo per fare due prese elettriche uguali in Ungheria e in Spagna, ma... i kiwi in Europa devono avere una certa dimensione, per poter essere venduti. E non un millimetro di meno, altrimenti te li ritirano e ti multano, anche se sono perfettamente mangiabili. Questa vicenda, di una comicità intrinseca devastante, è reale, e fa riflettere. Questa mentalità di dover per forza prendere le misure alle banane, ai kiwi e alle cipolle, mettere marchi ed etichette ovunque, piazzare bollini e codici su ogni caspita di prodotto, può anche essere di aiuto al consumatore, ma il troppo storpia. L'Irlanda lo ha capito, e non ha ratificato il voto al trattato di Lisbona. Gli eurocrati, a partire da Napolitano, molto democraticamente, non hanno dato peso a questo no, e hanno già cominciato a prendere iniziative per scavalcarlo o aggirarlo (sia mai detto che una Nazione che ha meno abitanti della Puglia possa dire NO al trattato di Lisbona). Questo fare l'Europa a tutti i costi puzza di associazionismo segreto, che si traduce in associazionismo forzato, imposto alla popolazione.

E' ora che l'Europa, se vuole veramente esistere, cacci gli Eurocrati che stabiliscono la lunghezza delle banane, e riprenda nelle sue mani la sua sovranità culturale, politica e decisionale. Come hanno insegnato gli Irlandesi. Il denaro verrà fuori di conseguenza.

mercoledì 25 giugno 2008

La Fiat, Richard Gere e la Cina

Sembra l'inizio di una barzelletta: c'è la Fiat, Richard Gere e la Cina. Cosa diavolo avranno a che fare questi tre? Potenza della televisione, la risposta si trova nel seguente spot pubblicitario.



Richard Gere decide di comprare la nuova Lancia Delta. Fin qui ...niente di strano. Poi decide, con la Lancia Delta, di andare... in Tibet. Chi di noi non ha mai pensato di andare fino in Tibet con un veicolo del gruppo Fiat partendo da Los Angeles (...West Coast)? Infine, scopriamo il perchè abbia deciso di arrivare fin lì: per inquinare un po' i 6000 metri e insegnare ad un bambino tibetano a fare le impronte della mano nella neve, come i VIP fanno a Holliwood Boulevard. Il bambino poi lo guarda sorridendo sornione, come a dire "voi occidentali vi accontentate di poco".

Insomma, a parte il collegamento tra Gere ed il Tibet (l'attore è buddista, sostenitore attivo del Dalai Lama, e si è battuto con forza contro la dittatura cinese), è una pubblicità che non ha senso, con un plot oscuro, se non demenziale. E che, in più, ha attirato le ire della dittatura cinese sulla Fiat, per ovvi motivi legati alla storia contemporanea. Ma la Fiat, spavalda e coraggiosa, ha annunciato di non avere alcuna intenzione di ritirare lo spot, nè in Italia nè in Europa, spiegando che "scegliere Gere per la pubblicità non è stata una scelta politica e non è stata guidata dal desiderio di interferire con il sistema di politica interna di nessun paese". In tutta questa risposta "al negativo", la Fiat non ha spiegato, dunque, cosa abbia dettato la scelta di Gere e del Tibet. A meno che il tutto non guadagni un senso con il motto "The power to be different". E anche in questo caso non capiremmo cosa avrebbe di diverso la nuova Lancia Delta. Cercasi interpreti di réclame.

lunedì 23 giugno 2008

Italia-Spagna: 107-101

Non era sufficiente l'eliminazione dell'Italia dall'Europeo da parte della selezione spagnola. Doveva arrivare anche Eurostat a ricordarci che nel 2007 il divario tra il PIL spagnolo (in continua crescita) e il PIL italiano (in netto declino) è aumentato ancora. Il dato del 2006, ovvero 105-103 per la Spagna, era stato messo in discussione. Ora si tratta di un indiscutibile 107-101.

Insomma continuiamo ad uscire, ma, come dice Donadoni, a testa alta. Il cittì della Nazionale, come tutti i responsabili dello sfascio politico e istituzionale (che sta portando di fatto l'Italia non solo fuori dall'Europeo ma anche fuori dall'Europa), non ha la minima intenzione "di dimettersi per un rigore sbagliato".

Io mi permetto di dissentire. Sicuramente siamo stati eliminati per due rigori sbagliati, e di questo hanno responsabilità i tiratori scelti. Ma ieri ho visto per la prima volta una squadra capace di non creare neanche un'azione da gol: i 3 tiri in porta (tra regolamentari e supplementari ovvero in due ore di gioco) sono arrivati non al termine di un'azione, ma perchè non c'era di meglio da fare.

Gli italioti hanno adottato uno schema offensivo veramente temibile e moderno: buttare la palla avanti a cercare la testa di Toni, che puntualmente o non arrivava, o arrivava in ritardo, o arrivava e sprecava. Ora imperniare il gioco di tutta la squadra, ovvero tutte le azioni offensive, su un centravanti così, che chiede la palla solo quando è in fuorigioco, e non avere neanche lo straccio di uno schema alternativo, vuol dire perdere. Almeno Di Natale, in pochi minuti, di testa è riuscito addirittura ad inquadrare lo specchio della porta. Toni no.

In tutto questo ha colpa l'allenatore. Se vedi che alla fine del primo tempo non abbiamo fatto neanche un tiro in porta, significa che qualcosa non va. Se nella tua selezione, tolti Pirlo e Del Piero, non c'è nessuno che sappia battere le punizioni, qualcosa non va. Se vedi che il tuo mitico centravanti di sfondamento non ha impensierito neppure una volta il portiere avversario in 4 partite, qualcosa non va. E' così via. Ma è un vizio tutto italiano quello di uscire a testa alta e rimanere asino, invece che uscire bastonato e cercare di migliorare. Una volta dicevamo a Zapatero "il tuo PIL sarà pure migliore, ma noi a pallone siamo più forti"! Da ieri, non possiamo permetterci più neanche questo.

venerdì 20 giugno 2008

Errori nelle tracce ministeriali...

Come si può pretendere serietà dai ragazzi, quando bisogna intervenire a partire dai vertici? Bene ha fatto la neoministra Gelmini a far saltare diverse teste (ed altre salteranno) al Ministero dell'Istruzione per gli strafalcioni commessi nelle tracce della prima prova per l'Esame di Stato 2008. Contando poi che il compito di matematica era già scaricabile risolto da internet prima delle 8:30... il bullismo... i debiti.... i crediti... i membri esterni... i membri interni... esame farsa era ed esame farsa è, ed il fatto che dal Liceo esca ancora qualcuno che sappia leggere e scrivere sembra proprio un miracolo. Ed è comico leggere i resoconti di alcuni giornalisti che scrivono su autorevoli quotidiani nazionali ("sono anche iscritti all'Album!", cit.)

Luciano Canfora, ha commentato che il taglio..."

ignorando la minima regoletta grammaticale che vieta la virgola dopo il soggetto. Insomma, orrore su orrore per quanto riguarda la scuola e l'istruzione di base. E' chiaro, ora, che Sandro Bondi o altri siano considerati come "uomini di cultura". Per fortuna qualcuno ci ride, e allego una simpatica "NonNotizia" da "NonCiclopedia":

Presunti errori del ministero della publica istruzione, il ministro in persona nega i fatti ed accusa la professoressa d'inglese che ha corretto il compito: "ma da quando insufficente si scrive con la i?". Per difendersi dalle accuse sull'errore nel compito su Montale, invece, dal ministero dichiarano: "Acuse pesanti, se montale avrebbe scrito quella poesia per un'uomo significa che è frocio". In un'intervista, un dipendente ha affermato a volto coperto che Berlusconi in persona si è occupato del test d'inglese, ed ha citato un filmato inedito che può essere visionato tramite lo schermo gigante di Nonciclopedia offerto gentilmente dai nostri utenti che vendono il culo il sabato sera per pagarci il dominio.





A questo punto la Par Condicio mi impone di postare l'inveterato video di Rutelli Remix. Auguri.

mercoledì 18 giugno 2008

Berlusconi: "la Giustizia non va applicata alle alte cariche dello Stato"

La lettera di Silvio Berlusconi, che il presidente Schifani ha letto al Senato (vedi filmato), si chiude con una trovata geniale. Vale la pena di riportarla perchè da sola è un capolavoro.

"... presentare un disegno di legge per evitare che si possa continuare ad utilizzare la Giustizia contro chi è impegnato ai più alti livelli istituzionali nel servizio dello Stato."


Il ragionamento di Berlusconi è "io faccio un lavoro importante, sono una carica dello Stato: che i magistrati non mi rompano le palle!" e propone in pratica che la Giustizia non debba essere applicata al Presidente del Consiglio (tra l'altro, come se finora sia mai stata applicata).

Questo significa mettere nero su bianco che in Italia la giustizia "è uguale per tutti, ma per qualcuno è più uguale che per altri". D'accordo che l'andazzo è quello, ma farlo diventare legge dello Stato significa abolire nella forma e nei fatti il caposaldo della nostra Costituzione che è l'egualitarismo democratico e segnare un pericolosissimo tassello in questo percorso di "dittatura dolce".



martedì 17 giugno 2008

Il V3-day sarà sulla giustizia.

Beppe Grillo ha annunciato che il V3-day sarà sulla Giustizia.

Le "-tomila firme" raccolte nei precedenti V-day sono stipate in pacchi buttati in non meglio identificate cantine governative. E' un buon indice di quanto i nostri governanti siano interessati al parere del demos: men che zero. E dire che democrazia vuol dire governo del popolo, me lo insegnavano alle Elementari.

Il tema della Giustizia non è stato scelto a caso. Si è imposto, da solo. La situazione in cui versa la Giustizia, devastata recentemente da un ingegnere (Castelli) e da uno che non è nemmeno ingegnere (Mastella), è nota a chi non bazzica quegli ambienti grazie alle cronache televisive di Report e di vari libri (Toghe Rotte, La deriva...). Praticamente esistono magistrati, nel Paese industrializzato che è l'Italia, che non hanno neanche la sedia su cui sedersi.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la recente legge sulle intercettazioni, che Grillo propone argutamente di chiamare "Legge Silvio Berlusconi". Come spiegato più volte da Grillo, Di Pietro ma soprattutto da Travaglio e altri giornalisti, si tratta di una legge liberticida, nata dall'ennesimo tentativo (riuscito) di Berlusconi e della Casta di sfuggire alla Magistratura e all'Informazione, che mina profondamente, alle basi, la democrazia del nostro Paese. Tanto che non è lontana l'ipotesi di un eventuale ricorso ad organismi extranazionali, nel caso questa legge dovesse entrare in vigore. Di Pietro ha proposto di andare al referendum. Questa ipotesi non mi affascina molto:
1) perchè i referendum possono essere aggirati con molteplici metodi
2) perchè questa legge, di fatto, forma una spaccatura tra chi è onesto e chi è disonesto. E questa battaglia mi sembra tristemente dura da vincere.

Pablo Neruda - E' oggi

E' oggi: tutto ieri andò cadendo
entro dita di luce e occhi di sogno,
domani arriverà con passi verdi:
nessuno arresta il fiume dell'aurora.

Nessuno arresta il fiume delle tue mani,
gli occhi dei tuoi sogni beneamata,
sei tremito del tempo che trascorre
tra luce verticale e sole cupo,

e il cielo chiude su te le sue ali
portandoti, traendoti alle mie braccia
con puntuale, misteriosa cortesia.

Per questo canto il giorno e la luna,
il mare, il tempo, tutti i pianeti,
la tua voce diurna e la tua pelle notturna.

Pablo Neruda - E' oggi
Maurice Ravel - Concerto in Sol, II mov - Michelangeli/Celibidache



domenica 15 giugno 2008

Dove sta finendo l'Italia

La risposta è semplice, direi scontata, per chi ha letto "La Deriva" di Rizzo-Stella: al naufragio. Il problema però è il come rappresentarsi questo naufragio. Ovvero, nei fatti, che succederà?

Da noi si parla tanto di democrazia, di libertà. Poi si parla di Europa. Sostanzialmente si parla di un mondo migliore, fatto di diritti civili, pulizia, ordine, ricchezza, ma anche di libertà, uguaglianza, fratellanza... (eh già, fratellanza, non diversa da quella dei fratelli d'Italia, l'Italia s'è desta).

Ma quando si smette di parlare, e si comincia a guardare la realtà, viene fuori il gap dire-fare. In un primo momento, si ride, si scherza. Ricordate Italians vs Europeans di Bozzetto? Eh sì, gli italiani sono così, sono colà, sono un po' birbantelli ma alla fine gli vogliono tutti bene, la pasta è buona, c'è il mare, il sole, le opere d'arte (il video di Rutelli remix ne è un formidabile esempio). Leggete le vignette di Vauro, di Giannelli, di Forattini. Da morire dal ridere.

Ma quando si smette di ridere, e si diventa seri, allora viene fuori il lato grigio e a volte il lato nero della situazione. Anche di Berlusconi si ride, lo psiconano, il pelato, la bandana, le gaffe, le battute. Ma in questi giorni da più parti si sta facendo notare una cosa molto semplice: Dal 14 Aprile, ormai sono due mesi, non solo i problemi dell'Italia sono rimasti gli stessi, tantissimi (tra cui quelli della campagna elettorale: Alitalia, rifiuti di Napoli, morti sul lavoro...) ma ci sono state tre novità molto interessanti:

- le manette definitive alla magistratura;
- il bavaglio definitivo alla stampa;
- l'esercito per le strade, non contro la criminalità organizzata ma contro cittadini inermi.

Cui si aggiunge l'(auto)annichilimento quasi totale dell'opposizione.

Questi sono solo dei segni, ma sono segni che non mi piacciono.

sabato 14 giugno 2008

Imperdonabile mancanza


Grazie ad una pronta (pfui, dopo 4 mesi...) segnalazione, vi regalo questa copertina.

40 anni suonati.... direi portati discretamente.

E, come il tonno, tutto al naturale.

Qui una conferma.

Ma come avrà fatto a sfuggire al mio occhio vigile?? Forse starò invecchiando.



Auguri ai bloggers

Come noto (?) oggi 14 giugno ricorre la giornata internazionale dei Webloggers.
Non posso che farvi/farmi gli auguri, per la nostra attività ricreativa e informativa figlia della libertà di pensiero e della libertà di espressione.

Tra l'altro, fare il blog normalmente è gratis. E devo dire che l'anno scorso ce la siamo vista brutta... se non vi ricordate andate a vedere qua.

Speriamo che le cose procedano sempre per il meglio.

EDIT: come non detto, beppegrillo.it riporta questo.

venerdì 13 giugno 2008

La Pseudomonas e l'epidemia di latinorum

Pseudomonas aeruginosa è un pericoloso Gram negativo che attacca soprattutto in maniera opportunista, creando delle vere e proprie epidemie nosocomiali.

Non capisco perchè, da qualche tempo è invalso l'uso di dire LO pseudomonas (non solo nell'uso parlato ma anche in molti libri di testo) quando in latino una regoletta banale impone la concordanza di genere tra il sostantivo e l'aggettivo. Essendo dunque aeruginosA, bisogna che si dica LA pseudomonas, e se qualcuno storce il muso ricordategli che il latino non è un'opinione.


mercoledì 11 giugno 2008

Il Financial Times si sveglia sull'11 settembre

Il Financial Times, dopo 7 anni, comincia seriamente a porsi domande su quanto accaduto l'11 settembre 2001 a New York, con questo articolo pubblicato il 6 giugno 2008. Qualcuno dirà "però, che tempismo!". In effetti non si sa come mai sia spuntata questa vicenda, come un fungo, tra le pagine del magazine finanziario più letto al mondo. Forse è il segnale di qualcosa, o che? Lo scopriremo solo vivendo.

[Sotto Nerone, nell'anno 65 d. C.,] avvenne un incendio, non si sa se fortuito o dovuto al Principe, poichè vi sono autori che sostengono l'una e l'altra ipotesi, essendo per altro tutti d'accordo nel dirlo il più grande e spaventoso che mai affliggesse la città di Roma. Si accese dapprima in quella parte del Circo Massimo che è contigua ai colli Palatino e Celio, dove, a causa delle botteghe che vi erano ripiene di quelle cose che sono esca al fuoco, appena accese, le fiamme divamparono prepotenti, e, alimentate dal vento, in un baleno guadagnarono tutto il Circo, non essendovi qui case nè templi in muratura, nè altro che potesse tagliare la via al fuoco. Pertanto l'incendio divampò dapprima sul piano, poi salì sui colli, e discese di nuovo a devastare le parti basse, prevenendo con la sua velocità quanto veniva tentato per spegnerlo, e facendo strage nella città, impotente alla lotta per le sue vie strette, qua e là ricurve, ed i suoi innumerevoli vicoli, quali vi erano nella Roma di allora. Oltre a ciò si aggiungevano, a rendere impossibile il salvataggio, le donne che gridavano per lo spavento, i vecchi ed i fanciulli impotenti a fuggire, coloro che volevano salvare sè o gli altri, non sapendo dove mettere in salvo gli ammalati e volendoli aspettare nella fuga, quelli che non si decidevano a muoversi e quelli che si affrettavano troppo. Spesso alcuni, mentre si volgevano indietro per vedere se le fiamme non li raggiungessero, ne erano investiti di fianco o di fronte; ed altri, che erano appena fuggiti da un luogo dell'incendio, erano di nuovo avvolti dal fuoco, che ritrovavano anche quando credevano essere in tutt'altra parte della città di quella non incendiata. Cosicchè, non sapendo dove fuggire, nè dove andare, molti si accalcavano nelle strade e si accasciavano per terra: alcuni per aver perdute tutte le cose loro, perfino quanto poteva bastare a mantenerli per un giorno, altri pel dolore di aver perduto i propri cari, periti nel fuoco, a cui non avevano potuto strapparli, si abbandonavano alla morte, quantunque fosse loro facile la fuga. Nè alcuno osava tentare di spegnere il fuoco, a causa delle minacce di parecchi individui che lo impedivano, mentre altri gettavano fasci sulle case e gridavano forte che il fuoco era fatto per loro; sia che ciò facessero per poter più liberamente rubare, sia che ne avessero ricevuto ordine.

Publio Cornelio Tacito, Annales, XV, 38-44

(tratto da http://cronologia.leonardo.it/storia/anno064.htm)

martedì 10 giugno 2008

Installare ed utilizzare MediaWiki su Ubuntu

Può capitare che si voglia utilizzare sul proprio pc (oppure su una piccola rete, o addirittura per il suo sito personale) il software gratuito e libero MediaWiki, per intenderci il motore su cui corre Wikipedia, con tutte le sue funzioni ed anche alcune altre.

Effettivamente MediaWiki ha molte comodità per chi volesse compilare un ipertesto: oltre che essere libero e gratuito, ha funzioni di ricerca, di formattazione, utilizza in maniera impressionante i collegamenti, dà la possibilità di inserire contenuti multimediali... etc.

La procedura da seguire per installare ed utilizzare MediaWiki su Ubuntu (Hardy) è banale e descritta dettagliatamente qui. In soldoni si tratta di:

1) aprire Synaptics, cercare e installare
a) mysql-server
b) mysql-admin
c) mysql-common
d) mysql-client
c) mediawiki

2) aprire il terminale e digitare
sudo gedit /etc/apache2/conf.d/mediawiki.conf
quindi rimuovere il '#' dalla terza linea (Alias /mediawiki /var/lib/mediawiki).

3) far ripartire Apache
sudo /etc/init.d/apache2 restart

4) aprire il browser, digitare http://localhost/mediawiki e seguire le istruzioni.

Suggerimento: segnarsi tutti i login e le password che via via vengono richieste.



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Per caricare immagini e altri file, bisogna:

1) abilitare la pagina speciale di upload: aprire /etc/mediawiki/LocalSettings.php e modificare la riga $wgEnableUploads in true
2) abilitare l'upload di tutte le estensioni di file: aprire /includes/DefaultSettings.php e modificare la riga $wgStrictFileExtensions in false.

Riavviando il wiki nel browser e loggandosi con nome utente e password, comparirà nella barra "strumenti" a sinistra la voce "carica un file".

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Per personalizzare il logo (quello che compare in alto a sinistra):

1) creare un'immagine adatta (il formato raccomandato è .png, 135x135 pixel, ma anche gif e jpg vanno bene)

2) salvarla in /usr/share/mediawiki/skins/common/images

- se ci sono problemi di lettura-scrittura, aprire il terminale e digitare
sudo chmod -R 777 /usr/share/mediawiki/skins/common/images

3) modificare il solito LocalSettings.php aggiungendo in fondo o dove si voglia la seguente riga:
$wgLogo = "/mediawiki/skins/common/images/nomedellimmaginechevogliousare.png";

avendo cura di inserire nella riga appunto il nome del file salvato.

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Per inserire le note a piè di pagina, occorre installare l'estensione "Cite.php":

1) Da terminale:
svn co http://svn.wikimedia.org/svnroot/mediawiki/trunk/extensions/Cite/
2) Seguire le istruzioni, e accertarsi che la cartella "Cite" sia stata inserita in /etc/mediawiki-extensions (io l'ho trovata in Home/Documenti!). Se non è così, farlo manualmente.

3) Modificare il solito /etc/mediawiki/LocalSettings.php aggiungendo alla fine questa riga:
require_once( $IP.'/extensions/Cite/Cite.php' );
Per inserire le note ora è sufficiente usare i tag come al solito in Wikipedia.

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Per inserire file di formato speciale (es. flv, svg)

1) Modificare il file /etc/mediawiki/LocalSettings.php aggiungendo queste righe

$wgFileExtensions = array( 'png', 'gif', 'jpg', 'jpeg', 'ogg', 'doc', 'ppt', 'svg', 'flv', 'avi' );
$wgVerifyMimeType = false;

Nella prima riga si possono aggiungere tutti i tipi di file che si desiderano.

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Per inserire file di dimensioni superiori a 2 MB (in osservanza tuttavia ai diktat del server)

1) Modificare il file /etc/php5/apache2/php.ini

alla riga 565, inserire il limite in megabyte che si desidera al posto del "2"
alla riga 270, inserire 128 come memory_limit

2) Riavviare il server Apache con il seguente comando

sudo /etc/init.d/apache2/ restart



lunedì 9 giugno 2008

Katie Melua - If you were a sailboat




If you’re a cowboy I would trail you,
If you’re a piece of wood I’d nail you to the floor.
If you’re a sailboat I would sail you to the shore.
If you’re a river I would swim you,
If you’re a house I would live in you all my days.
If you’re a preacher I’d begin to change my ways.

Sometimes I believe in fate,
But the chances we create,
Always seem to ring more true.
You took a chance on loving me,
I took a chance on loving you.

If I was in jail I know you’d spring me
If I was a telephone you’d ring me all day long
If was in pain I know you’d sing me soothing songs.

Sometimes I believe in fate,
But the chances we create,
Always seem to ring more true.
You took a chance on loving me,
I took a chance on loving you.

If I was hungry you would feed me
If I was in darkness you would lead me to the light
If I was a book I know you’d read me every night

If you’re a cowboy I would trail you,
If you’re a piece of wood I’d nail you to the floor.
If you’re a sailboat I would sail you to the shore.
If you’re a sailboat I would sail you to the shore.



sabato 7 giugno 2008

Beethoven - Rubinstein - Shelley



Sono come uno spirito
che nell'intimo del suo cuore ha dimorato,
e le sue sensazioni ha percepito, e i suoi pensieri
ha avuto, e conosciuto il più profondo impulso
del suo animo: quel flusso silenzioso che al sangue solo
è noto, quando tutte le emozioni
in moltitudine descrivono la quiete di mari estivi.

Io ho liberato le melodie preziose
del suo profondo cuore: i battenti
ho spalancato, e in esse mi sono rimescolato.
Proprio come un'aquila nella pioggia del tuono,
quando veste di lampi le ali.

Percy Bisshe Shelley - Wedded souls

L. van Beethoven - Concerto per pianoforte e orchestra n. 4 op 58 - Artur Rubinstein

La Procura di Salerno assolve definitivamente il PM Luigi De Magistris

Dal momento che si tratta di una notizia scomoda, ne approfitto per darle visibilità su questo blog. L'ho saputo dal blog di Di Pietro che a sua volta ha letto l'articolo su l'Unità firmato da... Marco Travaglio.

Sostanzialmente la Procura di Salerno ha "definito le accuse mosse al pm Luigi De Magistris (ricordate WhyNot?) denunce strumentali e tentativi di delegittimazione. Sono insussistenti tutti i reati contestati da quello della calunnia e diffamazione, all'abuso d'ufficio, all'inosservanza agli obblighi di astensione, alla fuga di notizie" (cito dal blog di Di Pietro).

In Rete ne hanno già parlato molti. Ne ha parlato Antimafia Duemila.
Finalmente ne ha parlato anche La Repubblica.

Ora vorremmo sentire i commenti di Clemente Mastella sul suo blog!

domenica 1 giugno 2008

Ubuntu e NVIDIA GeForce 7600 GS

Nella installazione di UBUNTU 8.04 Hardy Heron sul pc Desktop, (Packard-Bell P4 2,66 GHz, 1GB Ram) ho avuto un problema con il riconoscimento della scheda video NVIDIA GeForce 7600 GS. Non andava oltre la risoluzione 800x600 e l'installazione dei driver tramite sistema operativo mi richiedeva continui riavvii. Anche l'utilizzo del programma "Envy" si è conclusa con niente di fatto. Per il resto, l'installazione di Ubuntu è come al solito fenomenale.

Poi mi sono ricordato che la scheda video non era nativa (avevo una GeForce 4) ma l'avevo installata io tempo fa. Aprendo il case mi sono accorto che non avevo collegato alla scheda l'alimentazione supplementare (queste schede video più potenti necessitano spesso di uno degli spinotti che partono dall'alimentatore, non essendo sufficiente l'energia che prendono dalla scheda madre).

Ora è tutto a posto, e lo scrivo qui a futura memoria.